Emanuele Coccia è un filosofo italiano che insegna all’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi dal 2011. A partire da studi su Averroè e l’averroismo, la sua ricerca si è rivolta allo statuto ontologico delle immagini e al loro potere normativo, e all’indagine sulla natura del vivente. Ha collaborato a progetti editoriali con il filosofo Giorgio Agamben ed è stato Visiting Professor presso le università di Buenos Aires, Columbia NY, Harvard, Monaco, Venezia, Tokyo e Weimar. Ha pubblicato La vita sensibile (2011), Il bene nelle cose. La pubblicità come discorso morale (2014), La vita delle piante. Una metafisica della mescolanza (2017), Métamorphoses (2020), Filosofia della casa (2021), Hiérarchie - La societé des anges (2023). 

Nel 2019, ha contribuito alla mostra Nous les Arbres, presentata alla Fondation Cartier pour l'art contemporain di Parigi. Ha curato i cataloghi della 23esima Triennale di Architettura e Design di Milano: Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries. 

Ha scritto un libro di teoria fotografica con la fotografa olandese Viviane Sassen (Modern Alchemy 2022) e ha partecipato alla realizzazione e co-diretto video di animazione come Quercus (2019, con Formafantasma), Heaven in Matter (2021, con Faye Formisano) e Portal of Mysteries (2022, con Dotdotdot). Ha scritto due opere teatrali insieme a Frédérique Aït Touati e Duncan Evenou (Earthscape 2022, Météores 2023). Con François Roche ha realizzato un'installazione video chiamata "La Chambre des mémoires à-veniré" (2023). 

Ha scritto un libro con Paolo Roversi (Lettres sur la lumières, Gallimard 2024) e un libro sul rapporto tra moda e filosofia con l'ex direttore creativo di Gucci Alessandro Michele (La vita delle forme. Filosofia del Re-incanto, 2024). I suoi libri sono tradotti in diverse lingue. È editorialista di «Libération», collabora con «Le Monde» e «la Repubblica».